Puccianiello Art, due giorni dedicati all’arte antica del luogo

26.07.2022

(Anita Pascarella) - Giorno 23 e domenica 24 luglio si è tenuta la seconda edizione di "Puccianiell Art", dopo il successo della prima edizione tenutasi nel 2019.

Gli eventi sono tesi al ricordo del folclore della cultura Puccianellese.

Il tutto è stato rappresentato nel palazzo del prete Angelo Palmieri ereditato dal padre nel 1700, che lo fece diventare casa canonica dei parroci per più di 150 anni.

Nel 2019 si è parlato delle vecchie manifestazioni che venivano fatte a Puccianiello e sono state riproposte le vecchie canzoni che vennero presentate durante la manifestazione della Piedigrotta.

Nel 1934 Napoli, Caserta ed anche Puccianiello facevano la Piedigrotta che veniva abbinata alla festa dell'uva.

Poi nel 1965/1966 si organizzavano manifestazioni canore con le voci nuove in cui i ragazzi di allora presentavano nuove canzoni.

Infine si è parlato di Maria Santissima La Bruna, Madonna venerata nella chiesa di Puccianiello, risalente alla seconda metà del '400, e del miracolo del quadro, secondo cui la Madonna Bruna doveva essere trasportata a Caserta Vecchia ma divenne più pesante e ad un certo punto della strada la si dovette riportare indietro. L'episodio è quindi legato a dei miracoli che avvennero successivamente. L'opera era stata trasportata dai frati carmelitani ed è una delle cinque madonne scure della regione Campania.

Si è parlato, inoltre del famoso Carnevale di Puccianiello ed è stata riproposta musicalmente la farsa dei Pullicinielli.

Anche in questa seconda edizione del 2022 è stata riproposta una farsa appartenente a quest'evento centrale nella vita dei Puccianellesi, quella degli Scarparielli, sempre musicalmente.

Per di più, sempre per rievocare la cultura passata, è stato organizzato lo spettacolo su quelli che erano i vecchi mestieri: i setaioli, i giardinieri, i contadini, la rievocazione appunto degli Scaparielli, il barbiere.

L'attività dei setaioli si è sviluppata in concomitanza con l'industria della seta di San Leucio, ma a Puccianiello, si svilupparono gli antichi ombrelli di seta.

I giardinieri invece hanno un legame con la famiglia reale dei Borbone, poiché Maria Carolina, come fece Ferdinando IV a San Leucio, realizzando il giardino all'inglese sul territorio di Puccianiello, volle che i giardinieri fossero reclutati tra gli abitanti del paese, allora dediti all'agricoltura.

Nella farsa carnascialesca degli Scarparielli venivano rappresentati 12 scarpari che esponevano la propria attività in modo ilare.

Il barbiere è una figura storica per il paese, c'era un solo salone, quello di Raffaele Gentile, che diventava anche un punto di incontro dove ci si incontrava per giocare la schedina, leggere il giornale, parlare di sport.

Raffaele Gentile era interista ed era solito elogiare la propria Inter, una delle squadre più forti del periodo.

Insomma, un piacevole punto di incontro del paese per uomini e bambini di tutte le età.

I cavaioli erano invece legati sia all'attività estrattiva del tufo che a quella calcarea.

A mezzogiorno si sentiva la campana che indicava che fosse ora di pranzo.

Mentre alle quattro si sparavano le mine, gli operai quindi iniziavano a raccogliere le proprie cose e si ritiravano a casa.

Questi ultimi erano chiamati ad un lavoro duro, addirittura diverse persone persero la propria vita, fra cui: Peppino Viglione, Antonio Fusco, alcune vittime avevano addirittura fra i 16 e i 20 anni.

Quindi è chiaro che quest'attività abbia portato tanta ricchezza, ma purtroppo anche dei lutti, spesso i decessi sono avvenuti a causa di crolli improvvisi.

Tutta la trasposizione è avvenuta grazie all'utilizzo di filmati, canzoni e testimonianze sul palco.

Le canzoni sono state per lo più scritte da Rodolfo Sacco, dottore in Scienze e Tecniche di Radiologia Medica presso l'ospedale di Caserta ed ovviamente originario di Puccianiello e musicate da Gentile Carlo.

Soltanto la frangiara nacque nel 1965 grazie ad alcuni poeti napoletani che appartenevano alla compagnia dello sciaraballo, i quali, venivano chiamati nelle varie città per comporre poesie ed anche a Caserta per decantare le delizie reali dove nacquero canzoni dedicate a San Leucio.

La frangiara è dedicata ad una ragazza dedita alla passamaneria.

Il prologo iniziale "Paese mio" è nato invece, grazie al testo di una poesia di Bianco Iannucci, l'autore per eccellenza delle farse e delle poesie dell'epoca, ricordato anche ovviamente nella serata, grazie ad una gigantografia esposta, ritrovata in una vecchia chitarra e musicata dallo stesso Carlo Gentile.

Quest'ultimo ha anche scritto il brano dedicato al barbiere, in onore di suo padre.

Carlo Gentile non è soltanto stato arrangiatore in quest'occasione, ma anche cantante e polifonico (chitarra ed armonica a bocca).

La voce femminile è stata invece quella di Mariantonietta Viglione che ha anche genialmente utilizzato due tocchetti di legno attaccati ad un filo a mo' di strumento musicale.

E ancora, lo splendore di queste musiche pienamente popolari è stato arricchito dall'uso del cajón, uno strumento a percussione a forma di scatola originario del Perù, su cui di tanto in tanto all'accompagnamento delle sole mani veniva anche aggiunto uno strumento a sonagli.