PRESEPE VIVENTE TIFATINO – San Prisco (CE).

27.12.2023

(Anita Pascarella) Nel corso della giornata di ieri, 26 dicembre 2023 (Santo Stefano), presso San Prisco (CE) è stato inaugurato il Presepe vivente tifatino.

L'inaugurazione è avvenuta alle ore 16 in via Michele Monaco alla presenza delle autorità religiose e civili, fra cui il parroco e il sindaco della città, nonché l'arcivescovo di Capua (Salvatore Visco). La manifestazione si è poi diramata lungo via Pola e la Piazza Chiesa Madre, autorizzata a titolo gratuito e senza limiti temporali, concludendosi alle 21.

L'ingresso del visitatore è avvenuto con un gruppo di 10/20 persone e oltre ai partecipanti è stata disposta anche la disponibilità dei proprietari dei cortili in cui sono state allestite le scene che si sono inoltre impegnati, ovviamente, a non utilizzare veicoli per l'entrata e l'uscita dalle proprietà nei giorni delle rappresentazioni.

I collaboratori del parroco di San Prisco, don Enzo, sono stati coloro che hanno collaborato alla realizzazione dell'opera teatrale, circa 200 i figuranti.

L'uso del presepe vivente, le cui origini sono connesse con le sacre rappresentazioni e i misteri medievali, fu introdotto da San Francesco D'Assisi a Greccio nel 1223.

Oggi i presepi viventi sono organizzati in tutto il mondo occidentale cristiano, non solo cattolico, ma anche da parte di fedeli di altre chiese (come Assemble di Dio e battisti) e si svolgono principalmente nel periodo natalizio.

Di fatti tali raffigurazioni avvengono non solo in tutta Italia, ma anche in Polonia (Wyszków) e negli Stati Uniti (Texas, Indiana, New Jersey e Arkansas).

Ad organizzare questi eventi sono solitamente intere città, frazioni (o loro quartieri) e i figuranti sono i loro abitanti. L'ambientazione non è necessariamente quella dell'epoca della nascita di Cristo, ma, spesso, si approfitta dell'occasione per mostrare antichi mestieri del luogo in via di scomparsa.

I cittadini di San Prisco si sono infatti organizzati per offrire ai visitatori un vero e proprio viaggio nel passato, lavorando alla realizzazione per circa due/tre mesi abbondanti e recuperando attrezzature dell'epoca da chi ne disponeva o da veri e propri musei, inoltre è stato possibile degustare diversi prodotti (pane; frittelle; sangria; melanzane, funghi e carciofi sottolio; caldarroste; olive; formaggi e mandarini) per lo più gentilmente offerti dalla comunità.

I figuranti sono giunti sul luogo dello spettacolo fin dal mattino per rendere tutto perfetto.

All'ingresso: l'ufficio di censimento; le guardie; l'artista che dipingeva un ritratto e l'harem.

Man mano che si avanzava era poi possibile ammirare: la stireria; il pubblicano; il forno; il mercato; la prigione; la lavandaia; Erode; il vasaio; l'osteria; la selleria; la dispensa; il fabbro; il calzolaio; le donne che si occupavano del ricamo; le fioraie; la locanda; la lavorazione della canapa (le cui attrezzature sono state offerte dal museo itinerante della canapa di Donato Farro); il casaro; la sinagoga con i bambini seduti atterra e gli antichi banchi in legno a richiamare il modo in cui si faceva lezione nell'antica Nazareth; le massaie; le fruttivendole; il falegname; fino a giungere al tempio e alla capanna di Gesù.

Il tutto reso ancora più realistico dai costumi dell'epoca, presenti anche gli animali della tradizione, quali: pecore, oche, galline e ovviamente il bue e l'asinello che scaldavano Gesù Bambino.

Anche il piccolo Gesù era rappresentato da un bimbo in carne ed ossa di circa 5 mesi, Maria e Giuseppe erano impersonificati dai suoi veri genitori.

Il piccolo era in una cesta di legno, avvolto da una coperta di lana bianca e poggiato su un plaid di lana beige che ricopriva la cesta di legno.

Insomma, un vero e proprio imperdibile, viaggio nel tempo che sarà replicato venerdì 5 gennaio 2024 a partire dalle 16, quando si svolgerà anche l'arrivo e l'accoglienza dei Magi in Viale Trieste, i cui interpreti proverranno dalla Scuola Marco Polo.

A seguire il corteo con i circa duecento figuranti per viale Trieste e l'ingresso al presepe.

Ancora una volta le strade di San Prisco si trasformeranno quindi in un vero e proprio pellegrinaggio nella vita di Gesù: da Betlemme a Nazareth.

IL PRESEPIO

Il presepio è una qualsiasi rappresentazione, in particolare nel periodo natalizio, della Natività di Gesù, l'usanza inizialmente italiana, oggi si è diffusa in tutti i paesi cattolici del mondo.

Le fonti per la raffigurazione del presepe sono i 180 versetti dei Vangeli di Matteo e Luca, cosiddetti "dell'infanzia", che riportano la nascita di Gesù avvenuta al tempo di re Erode, a Betlemme di Giudea, piccola borgata nobile, perché aveva dato i natali al re Davide. Molti elementi del presepe, però derivano dai Vangeli apocrifi e da altre tradizioni, come Protovangelo di Giacomo e leggende successive.

Il presepe tradizionale è una complessa composizione plastica della Natività di Gesù Cristo, allestita durante il periodo natalizio, sono presenti statue formate da materiali vari e disposte in un ambiente ricostruito realisticamente. Sono presenti tutti i personaggi e i luoghi della tradizione: la grotta o la capanna, la mangiatoia dove è posto Gesù bambino, i suoi genitori Giuseppe e Maria, i re Magi, i pastori, le pecore, il bue e l'asinello, gli angeli e la stella di Betlemme.

La statuina di Gesù Bambino viene situata a mezzanotte tra il 24 e il 25 dicembre, mentre le figure dei Magi vengono avvicinate gradualmente alla scena della natività che raggiungono nel giorno dell'Epifania.

Lo sfondo può essere costituito da un cielo stellato o uno sfondo paesaggistico.

Sono previste varianti locali che prevedono l'aggiunta di personaggi o materiali diversi.

La più antica raffigurazione della Vergine con Gesù Bambino è raffigurata nelle Catacombe di Priscilla sulla via Salaria a Roma, dipinta nel III secolo da un'artista sconosciuto.

Giotto fu il primo pittore a raffigurare a Padova nella Cappella degli Scrovegni una Natività più realistica, con dettagli naturalistici, ma ancora legata alla tradizione bizantina.

Nel Quattrocento alcuni grandi maestri della pittura italiana rappresentarono le scene della Natività:

  • Botticelli nell'Adorazione dei Magi (Firenze, Galleria degli Uffizi) raffigurò i personaggi della famiglia Medici;
  • Filippino Lippi realizzò la Natività che si trova al museo civico di Prato;
  • Piero della Francesca la Natività della National Gallery di Londra;
  • il Correggio la Natività della Pinacoteca di Brera;
  • Luca e Andrea Della Robbia hanno composto le scene della Natività in bassorilievo.

A queste raffigurazioni pittoriche seguì la rappresentazione tridimensionale, allestita da San Francesco d'Assisi nel 1223 a Greccio che dopo aver ottenuto l'autorizzazione del papa Onorio III realizzò il primo presepe vivente, rappresentando la Natività.

Francesco era tornato nel 1220 dalla Palestina e, colpito dalla visita a Betlemme, intendeva rievocare la scena della Natività in un luogo che trovava tanto simile alla città palestinese, per l'appunto Greccio.

Il presepe di Greccio ha origine dalle liturgie celebrate nel periodo medievale.

Nella rappresentazione allestita da San Francesco, non erano presenti la Vergine Maria, San Giuseppe e Gesù Bambino; nella grotta fu celebrata la Messa con un altare portatile posto sopra una mangiatoia in cui si trovavano il bue e l'asinello, come da tradizione.

Da allora quella del presepe divenne un'usanza irrinunciabile, diffondendosi dapprima nell'Italia centrale e in Emilia-Romagna.

Nel Cinquecento tale consuetudine giunse nel Regno di Napoli, dove venne realizzato precisamente nel 1484 uno dei presepi più belli, quello di S. Giovanni a Carbonara composto da figure in legno.

Nel Seicento il presepe iniziò a diffondersi anche nelle case dei nobili sotto forma di soprammobili o di vere e proprie cappelle in miniatura grazie all'invito del papa durante il concilio di Trento, poiché riteneva che questo raffigurazione fosse in grado di trasmettere la fede in modo semplice e vicino al popolo.

Il grande sviluppo dei presepi scolpiti avvenne nel Settecento, quando si formarono le grandi tradizioni del presepe napoletano, genovese, bolognese, ma anche in altre zone. A Roma in questo periodo i pupazzari iniziarono la produzione di statuine in terracotta.

Il tipo più complesso a forma di monte con grande caverna, comprende i pastori e la cavalcata dei magi ed è frequente in Puglia.

La massima diffusione si ebbe nel Settecento: i presepi di scuola portoghese, genovese e siciliana sono composizioni scenografiche fatte per suscitare stupore; a Napoli al tempo di Carlo di Borbone varie scuole si adoperarono per la produzione artigianale.

In Sicilia le forme pittoresche del XVIII sec. si mantennero per tutto l'800.

Fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento il presepe giunse anche negli appartamenti dei borghesi e del popolo, dove divenne simbolo delle festività natalizie.