Il regista Emanuele Di Leo porta “Vorrei una Vita” sul grande schermo. Attesa la prima del 3 aprile.

02.04.2022

<<Dobbiamo ridere, piangere, sognare, riflettere, "mettere in subbuglio l'anima" quando guardiamo un film>>.

Emanuele Di Leo porta sul grande schermo "Vorrei una Vita", il suo nuovo film, che ha per protagonisti due ragazzi dei nostri tempi, Francesco (Massimo Previtero) e Michele (Marco Giannini): sentimenti, emozioni, suspense, passioni si miscelano con grande sensibilità in questa storia d'amore ambientata a Roma.

"Vorrei una Vita" è tratto dalla storia di "Amaremente", precedente film della DilPrevCineFilmProduction, uscito nel marzo 2020. Anche questa volta Massimo Previtero, che è attore protagonista insieme a Marco Giannini, firma con te la sceneggiatura.

Com'è nato "Vorrei una Vita"?

"Vorrei un Vita" è tratto dal film "Amaremente". L'idea è nata, visto il grande successo riscosso dal pubblico e dai media, per creare una nuova storia, sulla falsariga della precedente, ma con dei risvolti diversi e con una narrazione più sul genere della commedia che sul drammatico come il film precedente.

Quali le difficoltà nella realizzazione di quest'ultimo film?

La maggiore difficoltà è stata quella di avere girato durante la pandemia con tutte le regole e le accortezze richieste. Molte volte abbiamo dovuto sospendere le riprese e rimandarle.

Il cinema sta vivendo un momento particolarmente delicato, a causa della pandemia. Ricordiamo che la prima di "Amaremente" si colloca proprio nel marzo 2020.

Che cosa ci dici a riguardo?

Il periodo non è stato dei migliori, ma ora stiamo assistendo ad una lenta e graduale ripresa nel nostro settore. Non ti nascondo che molte persone si sono orientate sulle piattaforme web per vedere i film. Il cinema sta vivendo un'ascesa per tornare ai ritmi pre-pandemia, ma ricordiamo che, secondo i dati dell'associazione Anica, in Italia nel 2021 i cinema hanno registrato un incasso di 170 milioni di euro. Il 73% in meno rispetto al triennio 2017-2019. Se poi parliamo di Cinema Indipendente e non delle grandi produzioni, le perdite sono state veramente eclatanti.

Secondo te, di che cosa ha bisogno ora il cinema? In particolare il cinema italiano?

Come dico molto spesso, ora, ma anche da qualche anno, vedo nel cinema italiano una sorta di cliché nelle riprese e nel montaggio e una scarsezza nei contenuti. Guardo spesso dei film e mi accorgo che tecnicamente sono fatti molto bene. Bellissime luci, suono perfetto, inquadrature a regola d'arte, ma poi, se mi concentro sul contenuto, sul messaggio che vuole arrivare, mi rendo conto che in molti casi, non su tutti ovviamente, quello che prevale è il contenitore e non il suo contenuto. Si cerca l'originalità, ma si cade nel banale.

Oggi la diffusione di piattaforme e canali web dà una svolta epocale, determinante per la distribuzione.

Come vedi questo cambiamento?

Il cambiamento lo reputo giusto ed adeguato ai tempi, ma la magia del cinema è sempre unica e non credo si possa ripetere o sostituire seduti sul divano di casa nostra.

I tuoi lungometraggi trasmettono sempre messaggi importanti, socialmente importanti. Un film può essere non solo più o meno bello da vedere, ma anche veicolo di spunti di riflessione, individuale e collettiva, e altro ancora.

Che cos'è il cinema per Emanuele Di Leo?

Secondo me il cinema deve fare emozionare. Dobbiamo ridere, piangere, sognare, riflettere, "mettere in subbuglio l'anima" quando guardiamo un film.

Tu quando e come hai iniziato a vivere il cinema e a occuparti di regia?

Ho iniziato ad appassionarmi al cinema sin da piccolo. Mi chiudevo nella mia stanza al buio e giocavo con delle luci colorate vedendo che effetto facevano sugli oggetti. Quando avevo circa 12 anni, mio padre comprò una videocamera per fare delle riprese durante le vacanze, ed io mi divertivo a riprendere mia sorella mentre cantava e ballava. Non me ne rendevo conto, ma stavo già facendo dei videoclip. Ero molto ingegnoso. Per esempio utilizzavo le cuffiette del walkman e le mettevo sul microfono della videocamera per fare delle riprese con la musica, poi passavo tutto su un VHS e dal videoregistratore facevo delle nuove riprese per mettere effetti particolari o fare tagli. Passando gli anni, mi sono laureato in "Scienze della Comunicazione", e subito dopo ho iniziato a lavorare in Rai come assistente alla regia. Con le nuove tecnologie ho continuato a coltivare la mia passione producendo video, cortometraggi ed ora sono al mio ottavo film come cinema indipendente insieme al caro amico attore e sceneggiatore Massimo Previtero.

Il film, prossimamente in uscita, è girato interamente a Roma?

La magia del cinema ci permette di scegliere location diverse e poi con il montaggio unirle dove vogliamo. In "Vorrei una Vita" abbiamo girato un po' per l'Italia ma prevalentemente nel centro e nel sud.

Che cosa ci dici a proposito della colonna sonora di "Vorrei una Vita"? Il trailer ci dà assaggio.

La colonna sonora del film è stata realizzata e cantata da Angelo De Maio, un grande artista con cui collaboriamo da anni.

Per te quanto contano i luoghi e quanto conta la musica in un film?

La musica è parte essenziale perché si deve sposare con le immagini, le deve accompagnare. Crea delle emozioni fortissime. Impegno molte tempo e ore per trovare delle musiche adatte nei miei film.

Mentre "Vorrei una Vita" si avvicina alla prima, in uscita il 3 aprile prossimo a Roma, possiamo aspettarci che "Amaremente", così intimamente vicino a quest'ultimo, avrà le sue date per essere proiettato in Campania nell'anno in corso?

Me lo auguro con tutto il cuore e voglio essere positivo e propositivo in tal senso. Abbiamo ricevuto degli inviti e stiamo aspettando delle risposte. Attendevamo la proiezione di "Amaremente" a Napoli, ma che è stata ostacolata da restrizioni causa pandemia.

Ti occupi di sceneggiatura, oltre che di regia, riprese, montaggio.

In "Vorrei una Vita" ti vedremo comparire nei panni di un altro sul grande schermo? Intendo davanti - e non dietro - alla macchina da presa?

In tutti i miei film è ormai una "regola" che ci sia anche io davanti alla macchina da presa e non solo dietro. È una sorta di rituale. Non mi piace recitare, ma voglio esserci e ci sarò sempre, è come una firma che voglio lasciare.

Giuliana Russo

Pagina Youtube

https://www.youtube.com/c/DilPrevCinefilmProduction