ELEZIONI, Il Partito Cristiano Sociale scende in campo a fianco di Del Gaudio e Città Futura

07.08.2021

Il Partito Cristiano Sociale scende in campo e sceglie la coalizione che fa capo a Pio Del Gaudio. Nato nel 2018, "si rivolge a tutti i cristiani che si sono dispersi nei vari rivoli di tutti gli altri partiti, come la Lega, Fratelli D'Italia, il Partito Democratico, e vorrebbe metterli tutti sotto un'unica bandiera che è quella che più ci appartiene, con i valori della famiglia, del lavoro, gli ideali della nostra Patria, del nostro Credo, soprattutto nell'ambito del sociale che deve essere a 360 gradi" racconta il coordinatore nazionale Pietro Appollonio.

"Non dobbiamo dimenticare - continua - che per sociale si intende anche le persone che hanno difficoltà a portare avanti una famiglia o persone che, per vedere riconosciuti i propri diritti, sono costretti a chiedere gli stessi come dei favori e non come propri diritti".

D: Si presenterà alle prossime elezioni?

Il Partito Cristiano Sociale è un partito a carattere nazionale che si presenta per la prima volta alle Amministrative che si terranno il 3 ed il 4 ottobre 2021, in diverse città capoluogo d'Italia: Torino, Milano, Napoli, Palermo, Roma ed anche a Caserta, a sostegno dei sindaci di varie coalizioni. L'idea del Partito Cristiano Sociale è quella di partire dall'idea della città in cui si presenta.

Non partire dai programmi ma partire dall'idea di città, confrontandosi con la popolazione e poi fare un progetto di sviluppo, programmarlo e pianificarlo nei cinque anni.

Per poter fare questo si debbono formare le liste, aggregare persone che credono nel progetto. A Roma abbiamo scelto di fare coalizione con il candidato sindaco Scognamiglio Ciro, dirigente di azienda con esperienza nell'ambito del Consiglio romano ed abbiamo sposate le sue proposte innovative che portano sviluppo alla città. A Napoli sosterremo Catello Maresca mentre a Caserta la nostra scelta è caduta sulla coalizione che fa capo a Pio Del Gaudio.

D: Perché l'ex sindaco Pio Del Gaudio?

Perché Pio è colui che, insieme a Bove, ha abbracciato le nostre idee. Quelle di vedere una Caserta non più succube degli altri territori come Napoli, ma di vedere Caserta come città capoluogo quale dovrebbe essere e spinta sociale per tutta la provincia: ovvero, riportare Caserta ai vecchi fasti di quando era la Brianza del sud. Negli ultimi dieci anni è stata bistrattata, ha avuto alti e bassi in precedenza ma adesso, è considerata la centesima nella scala di gradimento al livello nazionale. Praticamente agli ultimissimi posti, nonostante le sue ricchezze e potenzialità che purtroppo, non vengono sviluppate. Un altro problema di Caserta è che le persone che hanno le capacità di poter risollevare questa città stanno a casa mentre chi dovrebbe starsene a casa, colpevoli del degrado di questa provincia, si propone ancora una volta per le votazioni. In passato Caserta ha avuto sindaci che erano i primi nella scala di gradimento, e faccio riferimento al compianto Gigi Falco. Dopo, il vuoto".

D: Come vede Lei Caserta

Le 23 frazioni di Caserta non sono considerate e sono ben lontane dal contesto sociale ed economico della città. Vedere Corso Trieste o via Roma, in passato considerati i salotti della città, ridotte a cattedrali nel deserto che servono solo per le passeggiate di cani è desolante. Avere il simbolo della Reggia di Caserta è come puntare sul dito tenendo lontana la luna. San Leucio, Casertavecchia, storici borghi abbandonati a se stessi di cui ci si ricorda solo in occasioni di qualche evento come Settembre al Borgo. Abbiamo Briano, Sala, San Leucio, abbandonati e dimenticati. Avere la Reggia significa avere la possibilità di ospitare milioni di visitatori.

Manca però un piano turistico. Disponiamo invece di un turismo mordi e fuggi con zero ricadute economiche sulla città. Abbiamo bisogno di creare percorsi storici, includendo una vasta offerta, non solo Reggia, tra cui le chiese borboniche, i Ponti della Valle, e i tanti monumenti che la provincia possiede. L'idea è creare dei percorsi turistici, storici/gastronomici. Occorre creare delle join venture, delle agenzie che hanno la bravura di proporre itinerari appetibili. Ad esempio, a Napoli arrivano due volte la settimana circa quattromila visitatori. Pensate poter fare rete e fare arrivare questi visitatori a Caserta proponendo un piano turistico vasto e ricco di cose da vedere. Il turista arriva, spende nelle attività locali creando ricchezza sul territorio. Abbiamo bisogno di un piano per i giovani che fanno gli interessi della città perché se la città ne giova, sono tutti soddisfatti. Dobbiamo prevenire la fuga di giovani che non vogliono restare in un posto che non offre nulla creando sinergie e situazioni per cui i essi vorranno restare nel loro paese. Vogliamo una Caserta normale, a misura d'uomo per vivere in sicurezza. Non è difficile, occorre crederci. E noi ci crediamo!