Covid, la Campania rischia il lockdown, napoletani in strada: “così ci riduciamo alla fame”
La notizia di un imminente lockdown è stato come un pugno nello stomaco di centinaia di famiglie campane che dopo la diretta di De Luca, ieri sulla pagina fb, centinaia di persone si sono portati in strada per le vie di Napoli fin sotto l'abitazione di De Luca per dire "No" alla chiusura.
Lo scenario che si apre all'orizzonte è pauroso: già nel primo lockdown di marzo, molte attività sono state chiuse. Una seconda chiusura parziale o totale sarà difficile da superare. Saranno centinaia le attività che non riapriranno più.
L'economia è già in ginocchio, non serve un secondo lockdown per ucciderla del tutto. Sono tanti i ristoranti, bar, pasticcerie, pub che rischiano di chiudere i battenti per sempre.
Tra il governo centrale e la Regione Campania sembra essere guerra aperta ed un gioco perverso nel quale uno propone la chiusura, o apertura parziale, con chiusura alle 18 e giorni festivi, mentre l'altro, se da una parte chiede la chiusura totale, dall'altra non condivide le nuove regole della chiusura alle 18 e passa in secondo piano la chiusura delle 23 a favore della chiusura totale.
De Luca invoca chiusura delle scuole e delle attività, insomma, totale abbandono dell'economia. Eppure i dati ci dicono che il virus è meno violento ed uccide molto meno di quello dell'inizio pandemia.
Il 96 per cento circa dei malati di Covid sono asintomatici. Ieri a Napoli c'è nata una manifestazione di protesta alla quale hanno partecipato centinaia di persone contrarie al lockdown. Con una nuova chiusura si rischia di morire di fame, Ma De Luca non sente ragione.
Presto anche altre province manifesteranno per difendere la libertà, il diritto al lavoro, l'economia, almeno, quel poco che ne resta.