A scuola tutti e subito? No…grazie

29.08.2020

In una scuola in cui a 15 giorni dagli esami di maturità non si sapeva come gli stessi si sarebbero svolti non ci si meraviglia se a 15 giorni dal previsto avvio delle lezioni ancora non si abbia certezza su tempi, modalità e regole.

Mascherina si mascherina no, ore di lezione ridotte si ridotte no, didattica digitale si didattica digitale no, test sierologici obbligatori si e obbligatori no, banchi con rotelle si e banchi con rotelle no ....

La scuola italiana dell'era covid è un terreno di incertezze e dubbi irrisolti reso fertile dalla legittima paura del facile contagio che in un ambiente affollato e chiuso come quello scolastico favorirebbe una rischiosa 'non' immunità di gregge.

Che il virus in Italia e in Europa circoli ancora indisturbato è un fatto innegabile come lo è la necessita di riaprire le aule e far ripartire le lezioni ma siamo sicuri che le curve dell'epidemia lo consentano?

\La necessità di tenere impegnati i nostri figli illudendoci del ruolo educativo ( e supplettivo ) del sistema scolastico vale un contagio in famiglia o addirittura una quarantena? I bagordi estivi hanno dimostrato che le giovani generazioni non sono immuni e soprattutto che il decorso della malattia è imprevedibile e non uguale per tutti.

Con queste premesse in un istituto scolastico di medie dimensioni basterà un solo infetto per costringere all'isolamento almeno mille persone. E allora che fare?

La pandemia è un evento epocale e i disagi che ne conseguono vanno accettati nella loro eccezionalità. Perché non procedere con la cautela che solo la gradualità può assicurare? Perché tutti e da subito invece che solo alcuni e un po' per volta?

Gli stumenti per questa redistribuzione spaziale e temporale del servizio ci sono tutti. La didattica digitale ormai è una realtà. Tutte le piattaforme software utilizzabili per erogare formazione sono ormai state collaudate e allora perché non riprendere le lezioni in modalità digitale almeno finchè la curva dei contagi non sarà stabilizzata?

Che fretta c'è di ritrovarsi nelle aule il 14 settembre piuttosto che davanti a un video posticipando di qualche settimana le lezioni in presenza in modo da aver chiaro il decorso della seconda ondata pienamente in atto? E cosa c'è di più sensato che riprendere le lezioni dal vivo con partecipazioni scaglionate invece che riempire di botto tutte le aule di una scuola rimasta vuota per mesi per un pericolo ancora non scongiurato?

Diamo tempo anche ai nostri figli si assimilare le nuove regole di comportamento che l'emergenza impone e favoriamo graduali reinserimenti dei lavoratori del comparto scuola in un ambiente che per quanto sanificabile per sua natura è impossibile conservare asettico.

Con una ripresa graduale tutte le problematiche connesse come i trasporti le mense e l'utilizzo dei luoghi di apprendimento avranno più agevole soluzione mentre al contempo si avrà concreta possibilità di sfruttare l'esperienza della didattica digitale protagonista sofferto dello scorso anno scolastico. La scuola deve ripartire ma la campanella suoni con intelligenza. Il tutti dentro è la peggiore delle soluzioni possibili.

          di: Maria Luisa Tozza

 Ingegnere informatico Docente di ruolo co Marconi di Torre Annunziata